March 31, 2016

Doppio Stallo, Milano

Doppio Stallo: Ermanno Cristini e Rossella Moratto, con Matteo Cremonesi, Ronny Faber Dahl, Oppy De Bernardo e Aldo Mozzini, Matteo Guarnaccia, Andrea Nacciarriti, Giancarlo Norese, Alessandro Rolandi.

Nowhere Gallery, Milano
31 marzo – 7 aprile 2016

Walter Benjamin gioca a scacchi
con Bertolt Brecht,
Skovsbostrand, 1934

La partita è patta quando il giocatore che ha il tratto non ha alcuna mossa legale e il suo Re non è sotto scacco. Si dice che la partita finisce per ‘stallo’. Ciò termina immediatamente la partita, a condizione che la mossa che ha prodotto la posizione di stallo rispetti l’Articolo 3 e gli Articoli da 4.2 a 4.7.

— Regolamento Internazionale degli Scacchi FIDE

Nel gioco degli scacchi lo stallo è una condizione che ne capovolge il senso; comportando la rinuncia ad avere un vincitore e un vinto, lo stallo vanifica il fine “produttivo” della partita.
Il doppio stallo è una posizione puramente teorica, mai verificatasi in partita, che corrisponde ad una sorta di immobilità ideale, quasi un paradosso, entro la quale il gioco si incaglia sottraendosi al suo dovere “istituzionale”.
Ho immaginato di costruire questa mostra, in dialogo con Rossella Moratto, concependola come una sorta di partita a scacchi entro il tempo sospeso del doppio stallo. Non ci sono né vincitori né vinti e proprio per questo essa esplora i territori della marginalità giocando fuori dal gioco. Il tempo di questa partita è il tempo dilatato che sfugge alla dimensione utilitaristica per aprirsi al potenziale del non fare per essere.

G.N., Negozio, 2014-2016
Scriveva Walter Benjamin nei Passages che “Non bisogna far passare il tempo, ma anzi invitarlo a fermarsi presso di noi”. È con questo spirito che Duchamp indica nel respirare, in opposizione al lavorare, l’essenza dell’attività creativa. Il fare artistico sta entro un ritardo e dunque si qualifica per una sottrazione: ciò che manca è il principio di economia e la dimensione utilitaria, al punto che esso si configura come uno sperpero. Così entro un’operosità reiterata senza fine si consuma una inoperosità, o più precisamente un’applicazione inoperosa, che è la sua vera cifra.
Incrociano l’asse di questa “partita” oziosa i contributi di otto “testimoni oculari” attivi, il cui lavoro spesso trae alimento dall’inerzia del piacere per l’inutile e/o dall’astensione dal fare.

Ermanno Cristini

March 15, 2016

Unità di tempo, Milano

A Milano dal 15 al 19 marzo 2016 mostre di artisti negli studi degli artisti.
Martedì 15 marzo, studio di Barbara De Ponti, dalle ore 18 alle 21;
via Soperga 14, scala C, citofono 31

Giorgio Barrera, Lisa Mara Batacchi, Barbara De Ponti e Giancarlo Norese partecipano a Studi festival 2016.
Quattro porzioni di lavoro estrapolate delle ricerche personali sospendono il loro senso originario per acquisirne uno ulteriore comune; le opere nuovamente contestualizzate divengono diverse unità di misura temporali.

G.N., Marxxx, 2015
Giorgio Barrera: Quanto tempo stiamo senza vedere. Il tempo di abbacinamento causato dal flash provoca la perdita momentanea della funzione visiva.
Lisa Mara Batacchi: Resisting to verticality. Parentesi temporali percepite e video registrate in un recente viaggio a Bombay, preambolo di una nuova partenza.
Barbara De Ponti: Clay Time Code. Nanofossili estinti delle Argille Azzurre per lavorare con un passato remoto che si trasforma e diventa l’oggi.
Giancarlo Norese: Marxxx. Un giovane, imberbe Karl Marx come soggetto di una serie di dipinti. I primi tre ritratti sono sovrapposti sulla stessa tela.

Da martedì 15 a sabato 19 marzo 2016 gli artisti che vivono e lavorano a Milano aprono le porte dei loro studi agli altri artisti, al pubblico dell’arte e a tutta la città in occasione di STUDI FESTIVAL #2, un progetto ideato e curato dagli artisti Vincenzo Chiarandà e Anna Stuart Tovini (Premiata Ditta), Claudio Corfone, Rebecca Moccia.

STUDI FESTIVAL fotografa e racconta in modo trasversale la scena dell’arte contemporanea milanese grazie a un dispositivo semplice ma efficace: gli artisti aprono le porte dei loro studi per mostrare i propri lavori, ma sono anche chiamati a invitare altri autori a esporre nel proprio spazio e, a loro volta, sono invitati a prendere parte a iniziative organizzate negli studi dei loro colleghi. Ogni studio diventa quindi sede di veri e propri progetti site-specific ideati per il festival e contribuisce a creare uno scambio circolare di energie e creatività che arricchisce la scena artistica milanese contemporanea. STUDI FESTIVAL mette in rete gli studi d’artista a Milano, stimolando collaborazioni tra artisti di generazioni diverse, aprendo un nuovo dialogo tra gli artisti e la città attraverso la scoperta di luoghi impensati e altrimenti invisibili, disegnando così una mappa sinergica, dinamica e fluida della creatività in città e della città stessa attraverso la sua rete creativa.

Milano, da martedì 15 a sabato 19 marzo 2016
5 giorni di festival
77 mostre in studi d’artista aperti in tutta la città
15 eventi collaterali in luoghi speciali
più di 500 artisti coinvolti
www.studifestival.it

March 13, 2016

愛・アモーレ, Rikuzentakata

A group show commemorating the 5 years after the Japan tsunami, curated by Setsuko, opening March 13, 2016 at the City Community Hall, Rikuzentakata, Japan.

Including works by Maurizio Arcangeli, Nanni Balestrini, Renata Boero, Clara Bonfiglio, Alberto Garutti, Piero Gilardi, Corrado Levi, Yari Miele, Giancarlo Norese, Lisa Ponti, Setsuko, and others.


March 12, 2016

No Place 2, Fombio

Siamo abituati a pensare a una mostra d’arte come a un progetto chiuso e definito, dove un soggetto (il curatore o promotore) si assume il compito di scegliere a priori uno o più artisti, di individuare un tema e di creare, così, un organismo fatto e finito, pronto ad essere esibito, con una discreta sicurezza di risultato, al pubblico.

Quando, però, si esce dalle piste tracciate e ci si spinge sul terreno delle sperimentazioni culturali, gli esiti possono essere sorprendenti: è l’esperienza di NO PLACE, una mostra-incontro, un evento sociale più che espositivo che capovolge le consuete modalità organizzative.

L’obiettivo non è la sintesi, ma l’espansione: basandosi sulla metafora del rizoma, ogni partecipante è al tempo stesso artista e curatore e, pertanto, chiamato a sua volta a coinvolgere e coordinare altri partecipanti a propria discrezione, attivando reazioni (e connessioni) a catena che sfuggono alla presunzione del controllo centrale.

Gli spazi del Castello di Fombio saranno al centro di questo innovativo esperimento, che ha tra i suoi obiettivi, anche, la riscoperta del monumento che lo ospita.
Per un giorno intero gli infonderà la vitalità dell’arte, ne farà nuovamente luogo di incontro e di scambio e, al tempo stesso, vittima di una “invasione” non più bellica ma artistica e creativa.

Partito da un primo nucleo di 16 autori, il rizoma di NO PLACE ha coinvolto circa 400 artisti, chiamati a portare una traccia di sé sotto forma di opere che vivano di “luce propria” (installazioni luminose, interventi visibili su smartphone, tablet, computer, lightbox ecc.), popolando il castello di presenze discrete fatte di luci vibratili e mai definitive. L’evento avrà inizio quando il primo autore entrerà nello spazio per installare la propria opera e potrà terminare solo quando l’ultimo artista avrà abbandonato l’edificio: fino a quel momento, gli esiti saranno imprevedibili.

www.noplace.space

sabato 12 marzo 2016, dalle ore 10 alle 24
Castello Scotti, via Roma 2, Fombio (Lodi)

March 5, 2016

CRAC: Ten Years 2004-2014

Centro Ricerca Arte Contemporanea
Ten Years 2004–2014
Arte, educazione, formazione, lavoro, spazio pubblico
a cura di Dino Ferruzzi
Postmedia Books, 288 pp., Milano 2016

A distanza di circa due anni dalla chiusura forzata del CRAC dal Liceo Artistico Bruno Munari di Cremona, viene pubblicato nelle edizioni Postmedia Books un libro che documenta dieci anni di ricerca/azione nel campo dell’arte e della didattica.

Il CRAC è nato nel 2004 dalla volontà di alcuni insegnanti/artisti del liceo che, postosi il problema dell’aggiornamento e della formazione artistica in Italia, hanno deciso di agire aprendo uno spazio di riflessione, ricerca e azione su problematiche assai critiche che investono sia il sistema educativo che il sistema dell’arte, un’organizzazione non profit che ha operato nel liceo cremonese fino al 2014, attivando uno spazio-scuola sperimentale con lo scopo di esercitare modelli educativi alternativi.

Dall’esperienza sul campo si è fatta strada una riflessione sulla globalizzazione dell’economia e sui fenomeni di disgregazione sociale e culturale che essa determina e su come il mondo della scuola ne sia pienamente investito.
Il libro racconta dell’intenzionalità delle pratiche attive, del mestiere dell’insegnante e dell’artista, con la consapevolezza che mettere in comune con gli studenti l’esperienza della pratica pedagogica ed estetica significhi condividere le conoscenze e sperimentare nuove forme di partecipazione fuori dai contesti abitudinari e strumentalizzati sia dell’educazione che dell’arte. Un modo attivo per far coincidere il momento conoscitivo con la percezione politica, per dare corpo a un progetto di vita, a un luogo inteso come bene comune.

Il ricco apparato fotografico e i testi che compongono il libro sono stati concepiti come un insieme di pensieri raccolti nel tempo, una narrazione a più mani, un accumulo di letture, suggestioni, incontri che tentano di rivelare e individuare, in maniera trasversale, i contorni di una dimensione biopolitica dell’arte, dell’educazione, della formazione, del lavoro e dello spazio pubblico.

Oltre ai testi di Dino Ferruzzi e Gianna Paola Machiavelli, fondatori del CRAC, il libro è arricchito dalle testimonianze di Marcella Anglani, Katia Baraldi, Fabrizio Basso, Silvia Cini, Maurizio Coccia, Emilio Fantin, Mario Gorni, Pablo Helguera, Giancarlo Norese, Piero Almeoni e Paola Sabatti Bassini (Osservatorio in Opera), Luisa Perlo (a.titolo), Paolo Perticari, Mara Predicatori, Mili Romano, e da un’intervista di Micol Costantini per la tesi di laurea al DAMS di Bologna.

La stampa del libro è stata possibile grazie all’attivazione di una raccolta fondi dal basso e a una serie di eventi che hanno favorito il coinvolgimento diretto di tante persone con cui abbiamo condiviso collaborazioni virtuose e comuni interessi.

CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea
crac.cremona (at) gmail.com
www.crac-cremona.org